Tanti parlano della movida delle città, ma anche in campagna non si scherza. 

Le cose da fare sono tante, la natura non ha orari di lavoro e si corre, ma senza quelle tutine fighette da jogging.

Proprio per questo motivo, è stato facile capire nostro nonno e la sua decisione di acquistare un piccolo terreno, oasi di pace e riposo. Se bisogna fermarsi, sempre meglio farlo con classe, no?

A 5 minuti da Marzamemi e altrettanti da Portopalo, nella nostra casetta “Acqua delle Colombe” si ha la sensazione di essere su una barca di terra, con il mare che ti circonda ovunque, seguendo il suo ritmo unico. Se poi ti viene voglia di immergerti in quel ritmo, puoi sempre scendere dalla discesa privata a pochi passi di distanza. 

Non vediamo l’ora di condividere con quante più persone possibili quella che per gli amici è “La Casetta”, per chi ci viene a trovare è Acqua delle Colombe e per noi è… rifugio.

Vi aspettiamo, intanto se cercate delle informazioni le trovate qui :

- Signora quanti km fa al giorno per andare a lavorare?

- 8km alla mattina e 8 alla sera.

- Cioè 16 km, e li fa tutti a piedi?

- Tutti a piedi.

Così comincia un’intervista ad una signora calabrese, sono gli anni ’60. 

“Mia nonna faceva 10km in bici ad andare e 10km a tornare,
ti immagini quando dimenticava qualcosa?”

Ci racconta una ragazza di Trento durante una degustazione. Le risponde una ragazza del Lazio:

“Alla mia nonna portavano il bambino da allattare direttamente nei campi,
lo faceva nella pausa pranzo.”

Da Nord a Sud si pensa poco al lavoro femminile nelle campagne, e, se ci conoscete anche solo un po’, sapete che a noi sì, piace pensare, ma ci piace di più fare.

Ecco perché abbiamo deciso di onorare la tenacia di queste donne, dedicando loro un muro realizzato dalle artiste del duo Amazonas.

Il muro prende ispirazione da una foto conservata al Museo del Vino di Pachino di Emanuele Nobile. 

Nella foto si vedono le donne che portano l’acqua, in posa con l’anfora in testa.
Tra loro c’è una bambina, anche lei in posa con la sua piccola anfora. 

Abbiamo voluto che l’opera fosse visibile dalla strada, così che l’esempio di queste donne potesse essere d’ispirazione per più persone possibili.

L’inaugurazione è stata una vera e propria festa della vendemmia, quella antica però: abbiamo festeggiato il lavoro dell’anno, condiviso tavolate di cibo buono, e fatto ballare intere famiglie.

Un viaggio nel passato, perché bisogna sempre guardare indietro per andare avanti.

E a proposito di andare avanti, non vogliamo fermarci qui: dalla mondina alla mennulara, dal cotone al grano, da Nord a Sud, da Est e Ovest, presto dedicheremo al lavoro unico di queste donne nuove opere e nuovi momenti per celebrarle.

Tradizione e innovazione: nasce così la nostra birra artigianale LaBaronz, una Italian Grape Ale (IGA)1 ottenuta dalle uve di moscato bianco di Barone Sergio.

È proprio vero che con impegno le idee riescono a trasformarsi in progetti concreti, tangibili. A maggior ragione quando nascono da sentimenti, pensieri o immagini che traggono origine dalle proprie tradizioni. LaBaronz è nata così, da un semplice soprannome che in realtà esprime nobiltà d’animo, passione, estrosità. E come in ogni progetto che si rispetti, alle spalle ci sono impegno, studio, sacrifici e passione tramandate ed acquisite giorno dopo giorno, anno dopo anno.

LaBaronz è una IGA di 6% di gradazione alcolica, che presenta un colore giallo paglierino leggermente velato, ottenuta dalla precoce vendemmia delle uve di moscato che regalano note agrumate, valorizzate durante la fermentazione insieme al mosto di birra. Bouquet originale con aromi floreali ed erbacei, ideale per la stagione estiva e gli abbinamenti a base di pesce, frittura o per essere bevuta al mare.

Con l’edizione 2022 de LaBaronz siamo stati l’unica beer firm italiana a ricevere un prestigioso riconoscimento al concorso internazionale "IGA Beer Challenge".


1 L’Italian Grape Ale è un giovanissimo e innovativo stile brassicolo, tipicamente italiano, nato nel 2006 e riconosciuto ufficialmente dal Beer Judge Certification Program nel 2015. Si definisce a partire dal processo produttivo della birra, rigorosamente artigianale e ad alta fermentazione, che prevede l’aggiunta di uva sia come frutto al naturale o vinaccia, sia come mosto d'uva.  Uno stile che deve il suo fascino alla creatività dei maestri birrai italiani e al forte legame delle sue ricette con le tradizioni e i prodotti del territorio.

Durante la vendemmia 2021, Kaled, il nostro mastro barbecue-barra-custode (barra-molto-molto-altro), ci ha suggerito di sistemare della ghiaietta nella nostra zona vendemmia. 
Ora, dovete sapere che conviene sempre ascoltare Kaled, perché non dice mai nulla per caso.
E così abbiamo cominciato i lavori, durante i quali ci siamo accorti che da quel punto esatto la vista del tramonto è spettacolare: una palla di fuoco dietro le vigne, nascosta da una siepe.

In quel momento, Kaled dice a nostro padre, dal nulla: "Ma a te la bellezza ti fa schifo?”

Visto che noi non ci permetteremmo mai di schifare la bellezza e dato che di solito, viste le temperature estive, spesso facciamo le degustazioni al tramonto, ci siamo detti:
“Quale posto migliore? Tra i due murales e le vigne, è perfetto!”

Nasce così il Baronetto, la parte più eclettica dell'azienda.

Ma perché limitarsi solo alle degustazioni prenotate? Una vista così dovrebbe essere per tutti, no? Così, con il supporto di Rariky (parleremo di lui in una nuova storia, non temete) abbiamo deciso di aprirlo a chi desidera un momento di fuga tra le vigne, con buona musica, tramonti e, naturalmente… buon vino.

Chi è Andrea? Facile.
Hai una giornata storta? Ti sembra che niente vada per il verso giusto? Senti una vocina che ti sussurra all'orecchio: “MA CHI TU FICI FARI?” Bene, chiama lui: in tre minuti ti avrà fatto relativizzare tutto e ti ritroverai con un drum in mano a navigare Instagram alla ricerca di graffitari.

Andrea è l'artista che non voleva essere artista. E così, un giorno, mentre guardavamo il magazzino, gli abbiamo proposto: "Ti va di fare un disegno per dare un po' di colore?” Due settimane dopo, questo è il risultato.

E da allora, Andrea-il-non-artista ha continuato a creare, come se fosse una maledizione:

A Pachino. 

Sulle nostre anfore.

E pure sui social.

Seguiamo da tempo Salvo su IG; il suo lavoro, particolarmente unico, prende ispirazione dall'antico e lo combina in un mix che viene poi riportato su antiche tele, che altro non sono che i ruderi siciliani. Non è raro trovarsi persi nelle campagne siciliane, in mezzo al nulla, e incappare in un'opera d'arte su un rudere abbandonato - questo è Ligama!

A volte, il destino è tipo Tinder: ci fa incontrare la persona giusta, al momento giusto. Partecipando all'organizzazione di un festival di street art a Pachino, lo contattiamo e gli proponiamo: "Abbiamo un bel muro, vuoi vederlo?" Due settimane dopo, eravamo a pranzo sul mare, pensando a come fargli prendere vita.

Aprile arriva, e i lavori iniziano. In soli quattro giorni, mentre il muro prendeva forma, noi preparavamo una festa all'altezza dell'opera.

24 Aprile

La prima di una serie di feste per celebrare la vita e il vino, che ci permette di godercela ancora meglio.

Ma perché tutto questo?

Perché vogliamo che l’arte, proprio come il nostro vino, appartenga a tutti, nessuno escluso.

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